domenica 6 marzo 2011

Intervista a Piernando Binaghi, meteorologo

Venerdì scorso, durante la mia trasmissione radiofonica per la Radiotelevisione Svizzera (RSI), ho avuto occasione di intervistare Piernando Binaghi, meteorologo, ex pilota di elicotteri e ingegnere aeronautico, nonché conduttore della rubrica televisiva meteo della RSI. Ecco in sintesi i punti salienti delle sue osservazioni sul presunto fenomeno delle “scie chimiche”. La trascrizione è fedele e omette soltanto le “papere” e le espressioni colloquiali presenti in qualunque intervista.

Piernando Binaghi.
Credit: RSI.ch
Binaghi: Sia dal punto di vista accademico, come hai voluto ricordare, sia per quello meteorologico, insomma, è un problema sul quale spesso gli ascoltatori mi hanno portato, perché effettivamente è una questione che rimbalza su Internet da molto tempo. Ci sono tantissime cose da dire in merito a queste scie. Io giocherei a sorpresa, in questo senso, cioè: sono scie naturali? No. Sono scie artificiali, nel senso che sono realizzate dai motori degli aeroplani che volano ad alta quota. Sono composte dalla chimica? Si, sono composte dalla chimica, perché abbiamo dentro dell'ossido di carbonio, degli ossidi di azoto, abbiamo dentro del cherosene incombusto, ma sono proprio questi elementi che fungono da àncora, da punto di aggregazione e di condensazione, i cosiddetti nuclei di condensazione, del vapore acqueo, che allo stato aeriforme si trova ad essere invisibile ma se è in alte concentrazioni, cioè se l'aria è molto umida, trova estremamente divertente ritornare allo stato visibile, diciamo liquido e poi addirittura solido, perché queste scie sono fatte da minutissimi cristalli di ghiaccio. Quindi il vapore acqueo istantaneamente solidifica su questi elementi che vengono dispersi dai motori a reazione. Ora il fatto che queste scie persistano a lungo non avviene sempre, perché tutti avremo notato che in certe giornate le scie sono persistenti e in altre giornate invece l'aereo lascia una scia molto corta o addirittura non la lascia per nulla. E perché questo avviene? Perché i motori funzionano sempre allo stesso modo, ma avviene perché le caratteristiche dell'aria a quelle quote sono variabili, oserei dire, di minuto in minuto, di ora in ora, cioè non c'è mai la stessa situazione, l'aria non si presenta mai nella stessa configurazione, con lo stesso volto tutti i giorni, quindi quando l'aria è più umida le scie sono più persistenti.

Attivissimo: Sulla persistenza, è vero, come si è detto nel documentario [Bye Bye Blue Sky, andato in onda pochi giorni prima sulla RSI], che una scia che duri più di due minuti è da considerare anomala e sospetta?

Binaghi: Ma no! Le scie possono durare molto perché se, se l'aria è così umida da aver così dato modo al vapore di realizzare una grande quantità di cristalli di ghiaccio, ebbene, devono cambiare le condizioni. Innanzi tutto la scia si deve gradualmente disperdere, ci devono essere dei venti, e invece se i venti in quota sono debolissimi questo non favorisce la dispersione delle scie. Ma non solo: anche le caratteristiche dell'aria devono cambiare, devono modificarsi, è chiaro che non può persistere per interi giorni una stessa scia.

Attivissimo: E se qualcuno decidesse da domani di cominciare a fare irrorazioni chimiche nel cielo, voi meteorologi ve ne accorgereste.

Binaghi: Allora, io non voglio escludere che ci siano, visti i tempi poi [ride], dei dittatori o dei capi di stato che magari segretamente vogliono sperimentare delle modalità belliche basate sulla dispersione nell'aria di miscele nocive, venefiche, eccetera; noi questo siamo liberi di pensarlo. Ma bisogna essere sicuri di poterlo provare. Allora, i dati che noi abbiamo a nostra disposizione ci fanno capire che in base a tutte le fotografie che sono emerse – poi anche sulle fotografie potremmo fare dei grandi distinguo – questi fenomeni sono da ricondurre a quella caratteristica fenomenologica che ho appena brevemente riassunto. Faccio un inciso proprio sulle fotografie, perché oggi giorno è facilissimo anche camuffare le fotografie.

Attivissimo: Infatti gli esperti hanno notato che ci sono molte fotografie di questo genere che sono state manipolate per farle sembrare più drammatiche. Quindi possiamo stare tranquilli in sostanza?

Binaghi: Allora, io sono mai tranquillo [ride] perché voglio sempre guardare la situazione. Relativamente a questo fenomeno, non mi preoccupa; mi preoccupa il fatto che certo, c'è un'azione inquinante comunque fatta da quegli elementi, dagli aerei, e certo se uno abita vicino a un hub, cioè un grande aeroporto intercontinentale, ovviamente queste scie saranno più frequenti, più persistenti, perché tutti gli aerei vanno lì.