Mediamente, dal motore di un aeroplano viene espulso, sotto forma di vapore, circa un chilogrammo d'acqua al secondo generato dalla combustione, a cui si aggiunge il vapore contenuto nell'aria atmosferica aspirata dal motore stesso (centinaia di metri cubi al secondo).
Va sottolineato che ogni motore che bruci idrocarburi genera acqua: in giornate invernali abbastanza fredde, anche dai tubi di scappamento delle auto si può vedere uscire del "fumo" bianco, che non si vede nelle giornate più calde: come per il motore degli aerei, quello non è vero fumo, ma vapor acqueo che condensa.
Queste "scie" automobilistiche non persistono come quelle degli aerei perché un motore d'automobile è molto differente da un motore d'aereo e in particolare espelle quantità di vapor acqueo enormemente inferiori.
Inoltre va considerato che in quota le condizioni atmosferiche sono estremamente diverse da quelle che si trovano al suolo. Molta importanza nella formazione ed evoluzione delle scie ha la temperatura, che in quota è molto più bassa rispetto al suolo. Le altre grandezze fisiche rilevanti per il fenomeno sono pressione ed umidità, anch'esse molto diverse in quota rispetto al suolo. Ma a parte questo, il principio della condensa che esce dal tubo di scappamento delle auto è lo stesso delle scie di condensazione degli aerei.
In generale, e a seconda delle condizioni atmosferiche, il vapore contenuto nei gas di scarico dei motori d'aereo può:
- non condensare;
- condensare e/o congelare per poi dissolversi in poco tempo;
- condensare e congelare, perdurando in cielo per parecchio tempo ed espandendosi.
Tratto e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.