Ma i libri dell'epoca smentiscono completamente queste asserzioni. Per esempio, il libro Come osservare il Cielo, di Colin A. Ronan, Storm Dunlop e Brian Jones, edito dall'Istituto Geografico De Agostini nel 1987 come traduzione del testo The Skywatcher's Handbook del 1985, parla già di scie persistenti.
"Gli aerei creano le loro nubi in forma di scie di condensazione. In questo fenomeno sono implicati due processi significativi. Per quanto l'aria, a qualunque livello si trovi, possa essere satura di vapore acqueo, può darsi che essa contenga così pochi nuclei di condensazione da non giungere alla condensazione sino a che un gran numero di altri nuclei non venga introdotto dagli scarichi dei motori a reazione del jet. Gli stessi gas di scarico contengono inoltre una notevole quantità di vapore acqueo che è uno dei prodotti della combustione. Poiché i jet non producono scie quando lo strato d'aria è eccezionalmente secco, queste si interrompono talvolta bruscamente quando l'aereo entra in una regione in cui l'aria è secca. Queste interruzioni si possono scorgere a volte nell'ombra della scia dell'aereo gettata sulle nubi sottostanti."
(pagg. 86-88)
Qui sotto si può vedere un'illustrazione del medesimo libro la cui didascalia recita inequivocabilmente: "Sopra, le scie di vapore segnano spesso il passaggio di un jet. La persistenza delle scie indica che probabilmente è in arrivo una depressione."
I sostenitori della teoria delle scie chimiche hanno ribattuto finora che i libri d'epoca sarebbero stati sistematicamente manomessi o falsificati a posteriori. Ma man mano che emergono dalle collezioni di privati cittadini sempre più libri che confermano la conoscenza delle scie persistenti da almeno dieci anni prima della nascita del fenomeno secondo la visione sciachimista, la tesi della falsificazione passa dall'assurdamente complicato al ridicolo.
Ringrazio il lettore Justfrank per la segnalazione del libro e per le fotografie del medesimo.