Le scie degli aerei possono essere analizzate chimicamente in vari modi. Quello più ovvio è effettuare prelievi in quota. Si possono anche utilizzare strumenti installati su aerei o satelliti, che rilevano lo spettro di emissione luminosa di una scia, permettendo di conoscerne con precisione la composizione chimica. Si possono anche usare apparati a terra, basati sulla tecnologia LIDAR (Laser Imaging, Detection and Ranging), che permettono di determinare la quota e la composizione di una scia.
Ecco alcuni esempi di pubblicazioni scientifiche dedicate a queste analisi:
- W.A. Hovis; Infrared Reflectance of High Altitude Clouds; Applied Optics; 1970
- T.F.Lee; Jet Contrail identification using the AVHRR Infrared Split Window; J. Appl. Meteor.; 1988
- D. Atlas; Contrails to Cirrus; J. Appl. Meteor.; 2004
- R. S. Gao; Measurements of relative humidity in a persistent contrail; Atmospheric Environment; 2006
- A. Petzold; Elemental composition and morphology of ice-crystal residual particles in cirrus clouds and contrails; Atmospheric Research; 1998
- B. Karcher; Aviation-Produced Aerosols and Contrails; Survey in Geophysics; 1999
- C. H. Twohy; Electron microscope analysis of residual particles from aircraft contrails; Geophysical Research Letters; 1998
In altre parole, la tecnologia per effettuare una volta per tutte un'analisi diretta su una presunta "scia chimica" c'è. Basta volerla usare.
Va detto, inoltre, che in nessun caso le analisi elencate qui sopra hanno trovato le sostanze asserite dai sostenitori delle "scie chimiche".
Maggiori dettagli su queste analisi sono disponibili in questo articolo di Simone Angioni.