giovedì 12 marzo 2009

Perché non organizziamo un dibattito?

Una delle domande che si pongono coloro che vengono a sapere della teoria delle scie chimiche è come mai non si risolve la questione organizzando un dibattito o un faccia a faccia fra i sostenitori della teoria e coloro che la ritengono una sciocchezza.

E' molto semplice: sono i sostenitori di questa teoria a non voler discutere e a rifiutare ogni incontro con la controparte. Ecco quello che scrivono in calce a un loro articolo di oggi. La proposta di "Enrico":

Propongo questo: perché non si organizza un bel dibattito, di quelli sereni e ragionati, dove i due punti di vista (chi crede all'esistenza delle scie chimiche, e chi le considera una bufala) vengono sostenuti da un tavolo di relatori? Diciamo due, tre per parte? Con la presenza di un moderatore scelto da entrambe le parti, ovviamente. In questo modo, il dibattito potrebbe evolversi verso una sintesi.
Mi offro di trovare il posto, qui in Piemonte, che poi è a metà strada tra la Liguria e la Svizzera ;)


La risposta di "Straker", uno dei leader della teoria in Italia:

Non c'è nulla da discutere per due motivi:

a) perché le scie chimiche sono un fenomeno reale, dimostrato e non negabile

b) perché il contraddittorio si accetta con gente civile e non con una manica di invasati usi all'insulto, al dileggio, alle minacce, alla diffamazione e quant'altro la loro fantasia malata permette di generare.

Se ti sei stancato di leggere sull'argomento, cambia galassia.


E l'ulteriore risposta di "Zret":

E' concepibile un dibattito con il cane di Pavlov? Domanda retorica. Sia detto con rispetto dei cani.


Credo siano chiari i motivi dell'impossibilità di un dibattito. Da parte mia, io resto disponibile a un confronto tecnico fra gli esperti delle due tesi contrapposte.