giovedì 19 marzo 2009

Riprese in time-lapse usando una fotocamera

Per le riprese accelerate o time-lapse, utili per conoscere meglio le dinamiche del cielo, non è necessario impegnare un laptop dotato di webcam, come già descritto in questo articolo precedente: bastano una normale fotocamera e un minimo di software.

Molte fotocamere digitali, anche di fascia bassa, sono infatti dotate di una funzione di scatto temporizzato che permette di scattare automaticamente una fotografia ogni tot secondi. Queste foto possono essere poi assemblate in sequenza usando appositi programmi, ottenendo un filmato ad altissima risoluzione.

Consiglio queste impostazioni per ridurre il consumo della batteria, aumentare l'autonomia dell'apparato di ripresa e non produrre rumore:

  • tacitare l'avviso acustico di scatto per evitare rumori;
  • usare un alimentatore esterno oppure una batteria ben carica;
  • attivare la funzione di timestamp (che sovrappone data e ora sull'immagine);
  • disattivare eventuali automatismi del flash;
  • disattivare, se possibile, la visualizzazione della foto sul display dopo ogni scatto, o ridurne al minimo la durata;
  • fissare la messa a fuoco all'infinito, per ridurre i consumi ed evitare che l'autofocus, in caso di cielo terso, non sbagli la messa a fuoco;
  • regolare la sensibilità a ISO 100 o simili;
  • montare la fotocamera su un treppiede per mantenere fissa l'inquadratura;
  • usare eventualmente una risoluzione media delle fotografie invece di quella massima, in modo da poter memorizzare un numero più alto di immagini, salvo che si voglia stringere l'inquadratura dopo la ripresa, per esempio per selezionare una porzione di foto particolarmente significativa;
  • usare una scheda di memoria capiente, visto che si scatta una foto ogni 5 secondi, ossia 12 al minuto, pari a 720 all'ora.

Ecco un breve esempio pratico. Ho montato la mia fotocamera Ricoh Caplio R7 su un treppiede e ho attivato la funzione Interval, regolandola a cinque secondi, che è una buona cadenza per riprendere il movimento delle nubi e delle scie di condensa. Ho posizionato la fotocamera in modo da inquadrare il cielo e parte del paesaggio (in modo da avere un riferimento geografico) e ho premuto il pulsante di scatto. La fotocamera ha iniziato a memorizzare immagini ogni cinque secondi.

Mezz'ora dopo ho scaricato circa 340 fotografie e le ho assemblate usando il programma Quicktime Player del mio Mac, che nella versione Pro (attualmente a pagamento, ma la cifra è modesta) consente di scegliere dal menu File la voce Open Image Sequence, di indicare una cartella contenente fotografie, selezionare la prima foto della sequenza, e comporre automaticamente un video che mostra le immagini in sequenza.

Si può scegliere la cadenza del filmato risultante (di norma è 25 fotogrammi al secondo) e, se si usa la voce Export, la risoluzione desiderata.

Questo è il video risultante: mezz'ora di monitoraggio del cielo in 14 secondi, con una risoluzione alla fonte di 1280x960. Potete vederlo a risoluzione migliorata qui.




Niente scie, niente aerei?


Questo pur breve video permette di evidenziare un errore comune degli sciachimisti: l'idea che quando in cielo non si vedono scie, vuol dire che gli aerei non volano. Come se il traffico aereo internazionale si prendesse interi giorni di ferie.

In effetti, guardando il video, di aerei non se ne vedono; e neanch'io, mentre sorvegliavo la fotocamera, ne ho visti passare. Ma ci sono lo stesso: semplicemente generano scie di condensa brevi che passano quasi inosservate, oppure non ne generano affatto. Eccoli infatti catturati in alcuni fotogrammi tratti dal video, cliccabili per ingrandirli.









Dall'indicazione dell'ora si nota che questi avvistamenti sono compresi in una ventina scarsa di minuti: questo dà un segno chiaro di quanto sia frequentato il cielo anche quando non ci sembra di notare aerei. E questi sono quelli che ho trovato sfogliando rapidamente circa 150 fotografie.