Grazie all'iniziativa di un lettore, Marco Casati, che ringrazio, per la prima volta un sostenitore dell'esistenza del fenomeno delle "scie chimiche" accetta un confronto dialettico alla pari.
Marco ha infatti contattato Tom Bosco, di Nexus Italia (nella foto qui accanto), apparso recentemente a Lugano per presentare le sue tesi e autore di un articolo che oltre a parlare di "scie chimiche" mi riguarda direttamente, e ha ottenuto da lui la disponibilità al confronto.
Così ho scritto a Bosco proponendogli una formula che, senza le pressioni temporali e le tifoserie di un convegno, ci permetta di esplorare insieme le reciproche posizioni e magari stemperare le polemiche. Con il permesso di Bosco, pubblico qui il nostro scambio di corrispondenza.
7 maggio 2009
Buongiorno Sig. Bosco,
raccolgo volentieri l'invito di Marco Casati, che l'ha contattata, per proporle un'intervista-dibattito sul tema delle "scie chimiche". Purtroppo l'ora tarda mi ha impedito di restare al convegno di Lugano per parlarci direttamente nella sessione di domande del pubblico.
Pensavo, se lei è d'accordo, a uno scambio di mail da pubblicare progressivamente e in contemporanea nei rispettivi siti/blog: non tanto un'intervista, insomma, quanto una chiacchierata alla pari, per trovare il terreno comune, vagliare insieme i dati del fenomeno e conoscersi meglio. Come se fosse una chat "in differita", con il tempo, fra una botta e una risposta, per raccogliere fonti, documenti e immagini che possono servire alla discussione e dare ai nostri rispettivi lettori la possibilità di conoscere meglio la questione, soprattutto in vista dei due prossimi appuntamenti televisivi sull'argomento.
Se le interessa o vuole proporre un'altra formula, mi può rispondere presso paolo.attivissimo@gmail.com oppure presso topone@pobox.com.
Grazie e cordiali saluti
Paolo Attivissimo
Lugano, Svizzera
Gli appuntamenti televisivi in questione sono quelli di La Gaia Scienza e di Rebus.
9 maggio 2009
Egregio Paolo Attivissimo,
ho apprezzato la sua civile proposta di un confronto in rete per dibattere, se mai ce ne fosse ancora bisogno, sullo spinoso argomento delle scie chimiche. Come ben sa, avevo deciso di non farmi invischiare in sterili polemiche e discussioni infinite che, come esemplificato dal caso di Massimo Mazzucco per quanto riguarda le questioni inerenti all’11 Settembre 2001, alla fine non portano nessuna delle due opposte “fazioni” a riconoscere le ragioni dell’altra e a stabilire in modo definitivo da che parte stia la verità: come ama dire Duncan M. Roads, editore australiano della rivista NEXUS della quale mi pregio di dirigere l’edizione italiana, “per ogni esperto, esiste un esperto uguale e contrario”. Sollecitato da Marco Casati, stavo valutando se non fosse il caso di riconsiderare questa mia decisione, quando un tale Peyote ha pensato bene di tendermi una sorta di “tranello” attraverso il suo blog, contattandomi via email e spacciandosi per tale “Michele” (http://ilpeyote.blogspot.com/2009/05/ilpeyote-vs-tom-bosco.html). Malgrado si sia in seguito scusato e mi abbia spiegato le sue motivazioni per tale comportamento, rimane il fatto che attualmente il dibattito, se tale lo si può ancora definire, ha decisamente travalicato i limiti del civile confronto di idee e si è impantanato in una palude di accuse reciproche, sarcasmi, ripicche, provocazioni, offese gratuite...
Come spesso accade, si confonde il messaggio con il messaggero, e così facendo si getta il bambino insieme all’acqua sporca. Che lei lo voglia accettare o meno, il fenomeno delle scie chimiche è tremendamente reale, ma nessuno sa per certo quali ne siano le motivazioni, anche se i numerosi indizi autorizzano a formulare ipotesi piuttosto coerenti, anche se per certi versi sconcertanti. Il fatto che queste ipotesi mettano in seria discussione il modello di realtà normalmente percepito dalla popolazione in generale non le rende meno credibili o lontane da una possibile, pur se scomoda, verità.
Esiste in rete una mole di documenti, brevetti, analisi, discussioni, tale che chiunque sia dotato di sano buonsenso e un minimo di volontà e intelligenza potrà valutare e discernere come stiano realmente le cose. Per quanto mi riguarda, io vedo quello che vedo, e in questo sono spalleggiato da persone estremamente qualificate, come un ingegnere aeronautico, un ex-pilota da caccia, o un biologo di sua conoscenza: ma da quello che ho letto sul suo blog, non mi sembra che lei o i suoi sodali abbiate mostrato il benché minimo rispetto nei suoi confronti e verso le argomentazioni da lui presentate, né ho motivo di pensare che tale atteggiamento sarebbe diverso nei confronti degli altri. Come dicevo, “per ogni esperto, esiste un esperto uguale e contrario”.
Quindi, che cosa dovrei fare? Perdere ore preziose per raccogliere e catalogare tutto il materiale in mio possesso, allo scopo di ribattere punto per punto alle innumerevoli questioni inerenti materie come la meteorologia, il clima, l’aerodinamica, la chimica, la biologia, la geologia, la nanotecnologia, l’elettronica, la geopolitica, l’economia, etc., tutte fondamentali per una comprensione del complesso fenomeno delle scie chimiche nella sua interezza? Dovrei aggiungermi al gioco di coloro che sottoponendo minuziosamente a scrutinio ogni singolo albero per trovare quello da abbattere, nemmeno si accorgono della foresta che li circonda?
Personalmente ritengo manchi ancora un elemento di prova fondamentale per dirimere una volta per tutte la questione delle scie chimiche, e mi sto adoperando per ottenerlo. Quando ne potrò disporre, sarò lieto di aprire una discussione con lei a tal proposito, così da focalizzarci su una questione specifica ma potenzialmente risolutiva. Spero proprio di riuscire a concretizzare tutto entro l’anno in corso.
Dati i precedenti, non mi aspetto in ogni caso un suo ripensamento sulla questione. Dai suoi facili sarcasmi, mi sembra di capire che il suo scetticismo spazia virtualmente in ogni ambito dello scibile umano. Beato lei che è confortato dalle certezze della “scienza”: io l’unica certezza che ho è quella di non averne.
Cordiali saluti
Tom Bosco/NEXUS
9 maggio 2009
Questa è la mia risposta alle considerazioni di Bosco: il corsivo piccolo indica le citazioni di tali considerazioni.
Egregio Paolo Attivissimo,
ho apprezzato la sua civile proposta di un confronto in rete per dibattere, se mai ce ne fosse ancora bisogno, sullo spinoso argomento delle scie chimiche. Come ben sa, avevo deciso di non farmi invischiare in sterili polemiche e discussioni infinite che, come esemplificato dal caso di Massimo Mazzucco per quanto riguarda le questioni inerenti all’11 Settembre 2001, alla fine non portano nessuna delle due opposte “fazioni” a riconoscere le ragioni dell’altra e a stabilire in modo definitivo da che parte stia la verità: come ama dire Duncan M. Roads, editore australiano della rivista NEXUS della quale mi pregio di dirigere l’edizione italiana, “per ogni esperto, esiste un esperto uguale e contrario”. Sollecitato da Marco Casati, stavo valutando se non fosse il caso di riconsiderare questa mia decisione, quando un tale Peyote ha pensato bene di tendermi una sorta di “tranello” attraverso il suo blog, contattandomi via email e spacciandosi per tale “Michele” (http://ilpeyote.blogspot.com/2009/05/ilpeyote-vs-tom-bosco.html). Malgrado si sia in seguito scusato e mi abbia spiegato le sue motivazioni per tale comportamento, rimane il fatto che attualmente il dibattito, se tale lo si può ancora definire, ha decisamente travalicato i limiti del civile confronto di idee e si è impantanato in una palude di accuse reciproche, sarcasmi, ripicche, provocazioni, offese gratuite...
Come spesso accade, si confonde il messaggio con il messaggero, e così facendo si getta il bambino insieme all’acqua sporca. Che lei lo voglia accettare o meno, il fenomeno delle scie chimiche è tremendamente reale
Buongiorno Sig. Bosco,
questo è il nucleo del problema. Lasciamo stare le polemiche personali e i tranelli veri o presunti: che prove ci sono dell'esistenza delle "scie chimiche"? Quelle che sono state presentate finora non sono risultate convincenti e infatti non vengono accettate dalla comunità degli addetti ai lavori. Anzi, molto spesso il lavoro di verifica ha rivelato che si tratta di errori o di falsi.
Posso chiederle qual è la sua "best evidence" dell'esistenza del fenomeno?
Una volta accertatane l'esistenza, potremo valutarne le implicazioni. Ma partiamo dalle basi.
, ma nessuno sa per certo quali ne siano le motivazioni, anche se i numerosi indizi autorizzano a formulare ipotesi piuttosto coerenti, anche se per certi versi sconcertanti. Il fatto che queste ipotesi mettano in seria discussione il modello di realtà normalmente percepito dalla popolazione in generale non le rende meno credibili o lontane da una possibile, pur se scomoda, verità.
Esiste in rete una mole di documenti, brevetti, analisi, discussioni, tale che chiunque sia dotato di sano buonsenso e un minimo di volontà e intelligenza potrà valutare e discernere come stiano realmente le cose.
Ecco, io le chiederei di indicarmi questi documenti, che lei già conosce e che quindi non dovrebbero comportarle troppo impegno.
Per quanto mi riguarda, io vedo quello che vedo, e in questo sono spalleggiato da persone estremamente qualificate, come un ingegnere aeronautico, un ex-pilota da caccia, o un biologo di sua conoscenza: ma da quello che ho letto sul suo blog, non mi sembra che lei o i suoi sodali abbiate mostrato il benché minimo rispetto nei suoi confronti e verso le argomentazioni da lui presentate
Posso chiedere quali sono le argomentazioni tecniche dell'ingegnere aeronautico e dell'ex pilota?
Per quanto riguarda il biologo, presumo lei si riferisca al Dott. Pattera. Non si tratta di rispetto: si tratta di fatti. Il dottor Pattera fa affermazioni errate, rifiuta l'evidenza dei fatti documentati dalla letteratura e dileggia chi gli fa notare i suoi errori portando fatti a supporto. Questo è un comportamento che non induce al rispetto.
Mi riferisco alla questione dei cosiddetti "ragni migratori", che spiegano alcuni fenomeni apparentemente legati alle cosiddette "scie chimiche": Pattera ne nega l'esistenza. Ma la loro esistenza è documentata dai tempi di Darwin e basta una sfogliata al Journal of Arachnology per trovare la letteratura specialistica che ne conferma la dispersione anche oltre 5000 m d'altitudine. Se vuole, le posso dare gli estremi e le citazioni:
http://tinyurl.com/rcq8pu
, né ho motivo di pensare che tale atteggiamento sarebbe diverso nei confronti degli altri. Come dicevo, “per ogni esperto, esiste un esperto uguale e contrario”.
Su questo mi permetto di dissentire. Non c'è nessun paper di letteratura specialistica che confermi le tesi del dott. Pattera o delle "scie chimiche" in generale. La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori conferma che le "scie chimiche" sono semplici contrail male interpretate da persone non esperte.
Non si tratta di "uguale e contrario": si tratta di un'esigua minoranza di non esperti contro un enorme numero di esperti. Per esempio, non mi risulta che nessuno dei 52.500 piloti dell'Air Line Pilots Association statunitense abbia mai espresso sostegno alla tesi dell'esistenza delle "scie chimiche". Nessun meteorologo si è espresso pro-scie, ma molti lo hanno fatto per chiarire che il fenomeno è un abbaglio.
Lei, nella sua esperienza di pilota, ha mai visto con i suoi occhi una scia persistente alle quote (2000 m o meno) asserite dai sostenitori delle "scie chimiche"?
Quindi, che cosa dovrei fare? Perdere ore preziose per raccogliere e catalogare tutto il materiale in mio possesso, allo scopo di ribattere punto per punto alle innumerevoli questioni inerenti materie come la meteorologia, il clima, l’aerodinamica, la chimica, la biologia, la geologia, la nanotecnologia, l’elettronica, la geopolitica, l’economia, etc., tutte fondamentali per una comprensione del complesso fenomeno delle scie chimiche nella sua interezza?
No. Basterebbe cominciare da un punto singolo, molto semplice: le "scie chimiche" esistono? Che prove ci sono? Se le prove reggono, allora discutiamo di tutto il resto. Ma è da qui, a mio avviso, che dobbiamo partire.
Dovrei aggiungermi al gioco di coloro che sottoponendo minuziosamente a scrutinio ogni singolo albero per trovare quello da abbattere, nemmeno si accorgono della foresta che li circonda?
Personalmente ritengo manchi ancora un elemento di prova fondamentale per dirimere una volta per tutte la questione delle scie chimiche, e mi sto adoperando per ottenerlo. Quando ne potrò disporre, sarò lieto di aprire una discussione con lei a tal proposito, così da focalizzarci su una questione specifica ma potenzialmente risolutiva. Spero proprio di riuscire a concretizzare tutto entro l’anno in corso.
Interessante. Le posso chiedere qual è quest'elemento?
Dati i precedenti, non mi aspetto in ogni caso un suo ripensamento sulla questione. Dai suoi facili sarcasmi, mi sembra di capire che il suo scetticismo spazia virtualmente in ogni ambito dello scibile umano. Beato lei che è confortato dalle certezze della “scienza”: io l’unica certezza che ho è quella di non averne.
Tutt'altro, Sig. Bosco. Di fronte a prove inoppugnabili, io sarei disposto a cambiare idea, come lo è la comunità tecnica. Io non rifiuto i fatti: chiedo solo che siano ben dimostrati. Non confonda lo scetticismo con la cautela e la certezza con la prudenza. La massa delle evidenze scientifiche, finora, indica che è ragionevole affermare che le "scie chimiche" non esistono. Ma il metodo scientifico impone che, di fronte a dimostrazioni inoppugnabili di un fenomeno, tale fenomeno venga accettato come scientifico. Questo finora non è successo, ma se avvenisse, sarei il primo a ripensare la mia posizione.
Sono semmai i sostenitori dell'esistenza delle "scie chimiche" che dimostrano certezze incrollabili e arrivano ad affermare che le foto di contrail pre-1990 sono falsi e che persino Life li commette per mascherare la cospirazione. Lei condivide queste posizioni?
Le chiedo, in conclusione, il consenso alla pubblicazione della sua cortese risposta. Anche se lei ha per ora detto di no a un dibattito, credo sia giusto che i nostri lettori sappiano che il dialogo è possibile e che c'è disponibilità da parte sua e interesse a fare sperimentazione per dirimere la questione, e questi sono atteggiamenti lodevoli e costruttivi.
Cordiali saluti
Paolo Attivissimo
Il riferimento alla celeberrima rivista Life riguarda alcune fotografie di scie di condensazione pubblicate negli anni Quaranta, come quest'immagine tratta dall'edizione del 20 dicembre 1944, consultabile qui, e scattata da George Silk durante la Battaglia delle Ardenne:
La foto è disponibile anche sul sito Internet della storica rivista:
E non è l'unica immagine di questo genere:
Ecco uno dei vantaggi della formula del dibattito via mail: la possibilità di reperire e presentare con calma le immagini e i documenti che sostengono la propria tesi. Naturalmente anche Tom Bosco potrà fare altrettanto.
11 maggio 2009
Egregio Paolo Attivissimo, può senz'altro procedere a pubblicare la mia precedente comunicazione. Non appena troverò il tempo, cercherò di rispondere come posso almeno alle questioni che sta sollevando in questa sede.
Cordiali saluti
Tom Bosco/NEXUS
31 maggio 2009
Il 28 maggio Tom Bosco ha inviato la sua risposta alle mie considerazioni. Il dibattito prosegue quindi in quest'articolo.