martedì 12 maggio 2009

Parlano gli esperti veri: Dario Giaiotti

Dario Giaiotti è un fisico in servizio presso l'Osservatorio Meteorologico Regionale (OSMER), Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli Venezia Giulia. Il suo curriculum è qui.

[...] negli ultimi anni è aumentata la frequenza con la quale i mezzi di informazione hanno trattato l’argomento delle “scie chimiche”. A mio avviso tale aumento deriva dall’aura di mistero che è stata attribuita a questo fenomeno ottico che si manifesta spesso al passaggio di aerei a reazione nella bassa atmosfera. Come è sempre accaduto sin dai tempi più antichi i fenomeni appariscenti, che sono sotto gli occhi di tutti o ben noti, ma la cui spiegazione non è intuitiva o non è data per assodata e incontrovertibile dall’opinione pubblica, si prestano a interpretazioni tra le più disparate, sovente fantasiose o quantomeno non verificabili. È mia convinzione che le voci così diffuse sul questo fenomeno siano dovute proprio a questo tipo di interpretazione.

Pur avendo una mia convinzione sulla natura delle scie, non sono in grado di screditare o avvalorare oggettivamente le diverse congetture secondo le quali sarebbero lasciate in cielo dagli aerei nel tentativo di modificate il clima o quant’altro, per questo motivo piuttosto che rispondere direttamente al quesito preferisco suggerire alcuni temi di riflessione.

Per prima cosa, se fosse in atto un complotto per un’azione così rilevante e se ciò fosse anche evidente alla comunità scientifica – data la facile verifica, attraverso misure oggettive o con valutazioni qualitative e di principio -, la risposta alla sua domanda sarebbe già stata diffusa in ogni angolo del pianeta con tutta potenza di cui sono capaci i mezzi mediatici moderni. Evidentemente così non è, ma questo non deve limitarci nel ragionare sul tema.

Innanzitutto cosa sono le scie che si vedono in cielo dietro un aereo? La risposta più semplice è che si tratta di un fenomeno visibile, cioè di luce che proviene dalle scie in virtù della quale possiamo vederle. Per quanto si sa e tenendo conto dei meccanismi fisici che emettono radiazione, possiamo concludere che le scie sono visibili grazie alla riflessione della luce solare. Per molte delle scie osservate sappiamo che ciò che vediamo, grazie al fenomeno della condensazione, è vapore acqueo presente nell’atmosfera, in forma di goccioline o di cristalli di ghiaccio. Questa condensazione è stimolata dai gas di scarico dei motori, oppure dal rilascio di carburante per questioni di sicurezza.

Si tratta quindi di vere e proprie nuvole artificiali. Ma perché le scie hanno molte forme, colori svariati e tempi di permanenza diversi? Dato che le scie sono delle nuvole, la stessa domanda vale per le nubi. Le nubi modificano la loro forma a seconda dei venti, della temperatura e della presenza di corpuscoli microscopici presenti nell’aria, che possono essere naturali come sali, pollini, polveri, o altro, oppure artificiali, per esempio i residui delle combustioni delle attività industriali e così via. Il colore delle nubi inoltre varia a seconda della loro illuminazione, spessore ed esposizione ai raggi solari. Se applichiamo queste considerazioni alle scie lasciate dagli aerei, non dovremmo meravigliarci della loro molteplicità di forme, colori e tempi di persistenza in cielo.

Purtroppo tutte queste considerazioni non dicono nulla sulle sostanze emesse dall'aereo che hanno prodotto la scia o nube, che dir si voglia. Ci vorrebbero delle misure per accertare se… Accertare che cosa? Dipende dall’ipotesi che desideriamo verificare. Se si tratta dei risultati della combustione del motore montato sull’aereo che ha prodotto le scie, essi possono essere sicuramente forniti dalla casa costruttrice del motore, quindi non serve andarli a misurare in cielo dietro l’aereo che li produce, se si tratta del carburante non utilizzato e che viene rilasciato nell’aria, anche questo è noto.

E se si trattasse proprio di sostanze misteriose, allo scopo di controllare i fenomeni climatici, sostanze che non centrano con i motori degli aerei? Se tutte scie osservate avessero tale causa sarebbe necessario che ciascun aereo avesse un serbatoio supplementare che dovrebbe essere ricaricato periodicamente. Oppure queste sostanze potrebbero essere immesse e mescolate con il carburante, e successivamente espulse come scarto della combustione.

In entrambi questi casi, visto che le scie si osservano su tutte le rotte mondiali, quante compagnie aeree e/o quanti fornitori di carburante dovrebbero essere coinvolti? Se anche una sola non fosse coinvolta, lo si potrebbe facilmente verificare monitorando gli aerei di quella compagnia rispetto alle altre.

E per quanto riguarda il controllo climatico? Oggigiorno centinaia di scienziati lavorano e discutono sugli scenari futuri del clima, anche come conseguenza dell’inquinamento ambientale causato dall’uomo. Questi scienziati sono d'accordo su quali saranno gli andamenti generali del clima dei prossimi decenni, ma hanno anche evidenziato che esiste un’ampia incertezza sui dettagli, in particolare sugli aspetti quantitativi, per esempio di quanto aumenterà la temperatura nei diversi luoghi del pianeta, come e quanto varieranno precipitazioni e venti, ecc.

Considerando queste incertezze, quale persona o gruppo di persone assennate investirebbe le risorse che potrebbero giustificare il gran numero di scie osservate senza sapere in che quantità, quando e in che luogo la loro azione si concretizzerà? Di motivazioni per giustificare tentativi di cambiare il clima a piacere se ne possono trovare in abbondanza, ma ogni volta dobbiamo valutarne la verosimiglianza e la congruenza con i fatti concreti che abbiamo a disposizione. Per esempio, l’aumento delle scie degli aerei fotografate o osservate negli ultimi anni sono proporzionali all’incremento del numero di voli effettuati?

Non ho potuto dare una risposta precisa alla domanda che lei ha proposto, ma spero che queste riflessioni la possano aiutare a vagliare la gran mole di informazioni e soprattutto di spiegazioni proposte per le scie lasciate dagli aerei.

Immagino anche che, nonostante non abbia espresso palesemente la mia opinione, avrà di sicuro compreso quanto io consideri verosimile l’ipotesi di un complotto per la modifica del clima.

– da Scie chimiche: un'altra spiegazione,
pubblicato presso Sissa.it,
5 dicembre 2007.