giovedì 18 dicembre 2008

Nubi insolite ma naturali: hole punch cloud

Tampabay.com del 24 novembre scorso segnala una bella fotografia, mostrata qui sopra, di una hole-punch cloud o fallstreak hole: una formazione nuvolosa che gli sciachimisti ritengono essere una prova del loro complotto a base di aerei che irrorano il cielo.

In realtà le hole-punch cloud sono fenomeni meteorologici noti da tempo agli addetti ai lavori e sono in effetti legate al passaggio degli aerei, ma non nel modo cospiratore asserito dai sostenitori delle "scie chimiche".

Il meteorologo Charlie Paxton, del National Weather Service statunitense, ha visto questa stessa nube e l'ha spiegata così a Tampabay.com: "Si forma quando i cirrocumuli, composti da acqua liquida superraffreddata al di sotto della temperatura di congelamento, vengono interessati dallo scarico dei motori di un aereo. E' interessante notare che le nubi d'acqua superraffreddata restano liquide, nonostante le temperature possano essere ben al di sotto del punto di congelamento, fino a quando entrano in contatto con un nucleo di condensazione o con del particolato. In questo caso, i gas di scarico di un aereo sono entrati in contatto con la nube superraffredata a circa 26.000 piedi (7900 m) a una temperatura di circa -24°C, trasformando il liquido in cirri di cristalli di ghiaccio e formando un buco nella nube".

L'Astronomy Picture of the Day del 12/1/2004 ne presenta un altro esempio, fotografato nei cieli dell'Alabama e mostrato qui sotto.

mercoledì 3 dicembre 2008

Nubi insolite ma naturali / 2

Dalla pagina meteo dell'emittente televisiva statunitense WGN di Chicago.



Temporale a Great Falls, Montana. Foto di Ed Dawes.


Foto di Shannon Howard a Frankfort, Illinois, 13 luglio 2004


Foto di Paul Howard a Schaumburg, Illinois.

Nubi insolite ma naturali / 1

Una serie di immagini scattate nella Groenlandia nord-occidentale dai fotografi britannici Bryan e Cherry Alexander.

Le fotografie, pubblicate dal Mail on Sunday, sono state scattate nella comunità Inuit di Qaanaaq, a circa 1200 km dal polo nord, vicino a Inglefield Bay, prima dell'alba locale intorno alle 10 del mattino.






Le nubi sottili vengono plasmate dai venti irregolari, deviati in mille direzioni dalle forme dei ghiacciai sottostanti, e duplicano le forme del terreno in quello che i meteorologi chiamano effetto orografico. L'angolazione del sole ha tinto di rosa le sporgenze inferiori delle nubi ed esaltato i giochi di ombre.

Non occorre tirare in ballo le scie chimiche: la natura è perfettamente in grado di dare spettacolo da sola, e di farlo meglio di quanto possa immaginare la più delirante delle fantasie paranoiche.

lunedì 1 dicembre 2008

Foto di presunti aerei chimici / 2


L'immagine qui sopra viene usata in un file PowerPoint (sciechimiche.ppt) circolante almeno dal 2007, indicandola come esempio di aereo destinato alla produzione di "scie chimiche".

In realtà si tratta di un scorcio del normalissimo scarico di una Auxiliary Power Unit (APU), ossia del generatore ausiliario di bordo, installato di serie su praticamente tutti gli aerei di linea. Quello mostrato è lo scarico di una APU di un McDonnell-Douglas DC-10/MD-11, come si può notare nell'immagine qui sotto, tratta da Airliners.net.




La foto dell'aereo "chimico" è ruotata di 90 gradi: il pannello che si vede in alto è uno dei piani di coda orizzontali del velivolo.

Foto di presunti aerei chimici / 1


Quest'immagine viene usata in un file PowerPoint (sciechimiche.ppt) circolante almeno dal 2007, indicandola come esempio di aereo destinato alla produzione di "scie chimiche".

Finora la sua provenienza non è stata identificata. Le forme del velivolo indicano un aereo d'epoca (forse degli anni Cinquanta o successivi). Le scritte "Radio compass receiver access" sulla sinistra indicano un aereo statunitense o perlomeno occidentale.

giovedì 30 ottobre 2008

9.05. Come faccio se voglio saperne di più?

Ecco alcuni siti di riferimento sull'argomento.

Siti sostenitori delle teorie sulle "scie chimiche"


Siti e documenti di spiegazione degli errori di queste teorie


Modificazione del tempo meteorologico su piccola scala
  • Un articolo di Discover Magazine (in inglese) descrive e intervista le aziende che dissolvono la nebbia in quota e tentano di regolare la pioggia e la grandine in alcune zone degli Stati Uniti e in Cina usando metodi ben noti e non segreti. L'articolo fa anche il punto sui limiti e problemi fisici di un ipotetico tentativo di controllo del clima (gestione di uragani o di piovosità su vasta scala).


Presunto Morbo di Morgellons

9.04. Perché alcuni link di queste FAQ portano al sito Freezepage.com e non all'indirizzo originale?

Molti siti a sostegno della teoria delle scie chimiche sono in continua evoluzione, modificandosi in base alle critiche che vengono loro mosse. A titolo precauzionale e per mantenere queste FAQ sempre corrette, si è scelto di "congelare" le pagine tramite il servizio offerto da Freezepage.com.

In questo modo, qualora tali pagine dovessero variare o venir cancellate i link delle FAQ mostreranno le pagine come si presentavano al momento della stesura dell'articolo. E' possibile risalire all'indirizzo originale e alla data e ora del "congelamento" dall'intestazione presente su ogni pagina in alto a sinistra in Freezepage.com.

9.03. Ma se sono tutte scemenze, perché investire tanto tempo per smontarle?

Perché è un investimento necessario per evitare che questa scemenza si diffonda maggiormente.

Il problema non è tanto lo sciachimismo in sé, quanto l'antiscienza sempre più diffusa (cancro curato col bicarbonato, giocattoli da merendina presentati come UFO, 2012, Nibiru, eccetera). Come se la scienza fosse un male da cui fuggire: come se fosse meglio tornare ai tempi delle erbe, delle streghe e della Santa Inquisizione.

E' questo che mi preoccupa: questa voglia strisciante di oscurantismo, di paranoia e di catastrofi. Non voglio che la mia vita, e quella dei miei figli e dei miei parenti e amici, sia decisa da chi crede a oroscopi o cartomanti o scie chimiche o a qualsiasi cosa detta dal primo imbecille che apre un blog su Internet e pensa di saperne di più di tutti i tecnici di settore.

Perché i primi risultati di questa paranoia sono le leggi idiote che cercano di imbavagliare Internet. Sono Voyager in prima serata su una rete nazionale. Di questo passo, si cresce una nazione di idioti.

9.02. Ma pubblicando queste FAQ e parlando delle tesi di questi svitati non si fa il loro gioco?

In un certo senso sì, perché si pubblicizza tutta la faccenda. Ma bisogna rendersi conto che purtroppo è tardi per pensare di poter ignorare la cosa e sperare che finisca nel dimenticatoio delle panzane: i media tradizionali ne hanno già parlato abbondantemente (Repubblica, Voyager), il mito si è già diffuso arrivando persino in Parlamento, ed è quindi necessario fare chiarezza.

9.01. Ma non c'è un test che si può fare per dimostrare o smentire una volta per tutte queste teorie?

Certamente. Anzi, ce n'è più d'uno.
  1. Prelievo diretto di campioni di scia. Per esempio, si può prendere un aereo da turismo e preleva un campione di una scia che i sostenitori di queste teorie hanno indicato come inequivocabilmente "chimica". Il prelievo, fra l'altro, non richiederebbe voli in alta quota, dato che i sostenitori delle "scie chimiche" affermano che gli aerei che le rilasciano volano a bassa quota. Si potrebbe poi far analizzare il campione a un laboratorio di fiducia e vedere cosa c'è dentro. Il tutto potrebbe avvenire secondo un protocollo concordato fra sostenitori e oppositori delle teorie sulle "scie chimiche". Secondo le prime indagini informali svolte finora, il costo dell'intera operazione sarebbe di circa 2500 euro.
  2. Test di quota in montagna. Si può andare in montagna e riprendere gli aerei che rilasciano scie: se occorre mirare verso il basso, vuol dire che quegli aerei sono a quote inferiori a quella alla quale si trova l'osservatore e si ha quindi la prova dell'esistenza di scie a bassa quota.
  3. Test di distanza fotografico. Con poche semplici operazioni, si può calibrare una fotocamera o una videocamera in modo da usarla per ottenere un dato preciso della distanza alla quale si trova un aereo sospettato di rilasciare "scie chimiche" e dedurre la sua quota dalle sue dimensioni fotografiche, per vedere se la quota è davvero bassa come affermano i sostenitori del fenomeno.

Si tratta di esperimenti molto semplici e fattibili in qualunque momento, considerato che secondo i sostenitori delle "scie chimiche" i voli degli aerei sospetti sono praticamente quotidiani e onnipresenti, per cui se fallissero non si potrebbe neppure addurre la giustificazione che nel momento del test non c'erano voli anomali in quella zona. A quanto risulta, nessuno dei sostenitori ha finora svolto questi test e nemmeno accettato l'idea di svolgerli.

Un primo test informale svolto dal sottoscritto in cima al Monte Generoso in Svizzera, a 1700 m di quota, il 14 maggio 2009, ha documentato numerose scie, ma nessuna al di sotto dell'osservatore. Quella mostrata qui sotto, fotografata tenendo la videocamera orizzontale, è stata una delle più basse sull'orizzonte. L'immagine è cliccabile per ingrandirla.



Nessun sostenitore della teoria delle "scie chimiche" è finora riuscito a presentare una fotografia o un filmato che ritragga scie al di sotto dell'osservatore in montagna.

8.01. Cosa sono i filamenti appiccicosi che si notano al suolo dopo il passaggio degli aerei che fanno scie anomale?

Sono filamenti prodotti dalle numerosissime specie di ragno che migrano facendosi trasportare dal vento grazie al rilascio di un tipo particolare di seta, simile alla ragnatela, che viene usato come vela, in un fenomeno noto agli entomologi e aracnologi come ballooning.

L'immagine qui accanto, tratta dal documentario della BBC The Living Planet di David Attenborough (1984), mostra appunto un prato coperto da un enorme numero di questi filamenti abbandonati dai ragni.

I filamenti segnalati dai sostenitori delle tesi delle "scie chimiche" vengono ritrovati proprio in concomitanza con i momenti di migrazione degli aracnidi e le analisi chimiche svolte su di essi confermano che si tratta di materiale organico compatibile con la seta dei ragni.

Alcuni sostenitori della tesi delle "scie chimiche" affermano che questi ragni aerei non esistono e sono una leggenda metropolitana inventata per giustificare la presenza di questi filamenti insoliti. Ma in realtà il ballooning è un fenomeno descritto già da Aristotele; Darwin ne parlò nei propri diari di viaggio nel 1832, quando era al largo della costa argentina a bordo della nave Beagle.

A beautiful day: but the wind has been steadily against us.— In the evening all the ropes were coated & fringed with Gossamer web.— I caught some of the Aeronaut spiders which must have come at least 60 miles. How inexplicable is the cause which induces these small insects, as it now appears in both hemispheres, to undertake their aerial excursions.

Una giornata bellissima:ma il vento ci è stato fermamente contrario. — Alla sera tutte le corde erano ricoperte e frangiate di ragnatela sottile. — Catturai alcuni dei ragni Aeronauti che dovevano aver viaggiato per almeno 60 miglia. Quanto è inspiegabile la causa che induce questi piccoli insetti, in entrambi gli emisferi come ora risulta, a intraprendere le proprie escursioni aeree.

[da Charles Darwin’s Beagle Diary, a cura di R.D. Keynes, Cambridge University Press, 2001, pag. 113]

Il ballooning è ben documentato nella letteratura specialistica moderna e anche, appunto, dai documentari della BBC; un elenco di pubblicazioni sull’argomento è disponibile in questo articolo. È stato dimostrato sperimentalmente che questi ragni possono spiccare il volo grazie alla repulsione elettrostatica che si produce quando l’aria è carica di elettricità (The Atlantic, 2018; Electric Fields Elicit Ballooning in Spiders, E.L. Morley e D. Robert, in Current Biology, 5/7/2018; video).





La letteratura specialistica documenta inoltre che durante queste migrazioni i ragni possono raggiungere oltre 5000 m di quota ed essere trasportati per centinaia di chilometri. Qui sotto vedete alcuni fotogrammi del già citato documentario della BBC che mostra la cattura mediante un aspiratore di insetti a oltre 6000 m di quota in aerostato.









Non c'è alcuna prova concreta di una relazione di questi filamenti con le "scie chimiche": semplicemente, alcuni osservatori hanno notato la presenza di scie di condensazione in cielo e, poco dopo, la presenza di questi filamenti e hanno collegato mentalmente i due eventi in realtà indipendenti.

7.02. Da dove provengono le strane fibre estratte dai corpi dei malati di Morgellons?

L'immagine qui accanto proviene dalla Morgellons Research Foundation (Morgellons.org) di Mary Leitao e mostra un pezzetto di pelle rimosso dal viso di un bambino. Si notano fibre annegate nel campione.

Prima di ipotizzare parassiti o altre forme viventi, come fanno i sostenitori della teoria delle “scie chimiche”, occorrerebbe escludere la spiegazione più plausibile: vale a dire, molto banalmente, che si tratti delle fibre tessili disperse degli indumenti e presenti in ogni ambiente. Queste fibre posso aderire alle lesioni, soprattutto se il paziente si gratta e rimuove le croste, ed esservi inglobate, dando l'impressione di provenire dall'interno del corpo.

Un'entomologa esperta nella cosiddetta parassitosi illusoria descrisse questa situazione nel 2000 (prima che la Leitao teorizzasse il Morbo di Morgellons):

Grattarsi può produrre eruzioni papulari. Qualunque irritazione cutanea ripetuta produce vesciche da sfregamento. Lo sfregamento ripetuto di un'area spesso produce bolle (piccole vesciche) che, quando si rompono, portano ad una ferita aperta che può infettarsi. Quando dalla ferita inizia a colare sangue e si forma una crosta, capelli e fibre di vestiti possono rimanere intrappolati nel fluido appiccicoso. Questi filamenti vengono staccati e chiamati “acari” o “insetti” perché sembra che abbiano “antenne” e “zampe” (Fig. 2). I follicoli dei capelli spesso vengono estratti; il follicolo, accompagnato dalla ghiandola sebacea associata, assomiglia ad un verme.

In originale: “Scratching may produce papular eruptions. Any repeated skin irritation produces a friction blister. Repeated rubbing of an area often produces a bleb (small blister) which, when ruptured, yields an open sore that may become infected. Once the sore begins oozing plasma and a scab forms, hairs and cloth fibers become entrapped in the sticky fluid. These flecks are dislodged and called mites or insects because they look like they have ‘antennae’ and ‘legs’ (Fig. 2). Hair follicles often are pulled out; the follicle accompanied by the associated sebaceous gland looks like a worm.”

Fonte: N. Hinkle, American Entomologist, 2000, 17


C'è un modo altrettanto banale per scoprire se si tratta di fibre provenienti dall'ambiente o dall'interno del corpo: ingessare una zona del corpo nella quale si presenta il fenomeno e attendere circa un mese. L'ingessatura impedisce al paziente di grattarsi e causarsi lesioni, consapevolmente o meno, ed impedisce alle fibre presenti nell'ambiente di entrare in contatto con la zona ingessata. Questo sistema è stato adottato con successo, secondo quanto riferito da un medico intervistato dalla rivista Popular Mechanics (prima parte; seconda parte) a giugno del 2005.

Il medico Salvo di Grazia, nel 2014, ha chiarito su Meteoweb.eu che

La “sindrome di Morgellons” [...] è una patologia che ha origine psicosomatica (in alcuni casi psichiatrica) ed è caratterizzata dalla presenza di “fibre” o “filamenti” in molte parti del corpo. Molti studi (anche uno importante del CDC, Centers for disease control, ente medico statunitense) hanno confermato che questi filamenti sono fibre e parti di tessuto che normalmente si rinvengono sulla cute, lasciate dal nostro abbigliamento, ben conosciuti e di provenienza nota. In alcuni casi (sono descritti in letteratura), il paziente mette egli stesso, volontariamente, i filamenti; è un sintomo di molte malattie psichiatriche.



Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

7.01. È vero che una grave malattia, il Morbo di Morgellons, è causata dalle scie chimiche?

Non ci sono prove concrete dell'esistenza del “Morbo di Morgellons”, men che meno dell'idea che il presunto morbo sia causato dalle “scie chimiche”.

Il cosiddetto “Morbo di Morgellons” è una malattia teorizzata (ma non dimostrata) da una biologa, Mary Leitao, nel 2002. Ad oggi non esiste alcuna prova tangibile che ne dimostri l'esistenza. I medici che hanno studiato il fenomeno affermano che non c'è alcuna differenza tra il Morbo di Morgellons e la parassitosi illusoria o parassitosi allucinatoria, una grave forma di psicosi. Diversi studi affermano che le persone che sostengono di essere affette dal Morbo di Morgellons possono essere curate con le terapie utilizzate nella cura della parassitosi illusoria.

A quanto risulta fin qui, quindi, sembra il Morbo di Morgellons non sia altro che un nuovo nome assegnato a una patologia già ben nota alla medicina. Di questo aspetto si sta occupando l'ente statunitense CDC (Centers for Disease Control) con uno studio epidemiologico volto a stabilire se il Morbo di Morgellons esiste realmente. Il CDC riferisce che l'esame dei pazienti selezionati e la raccolta di campioni sono già stati completati ed è in corso l'analisi dei dati.

Posto questo, Mary Leitao e la sua fondazione (Morgellons Research Foundation) non fanno alcun riferimento alle “scie chimiche”; anzi, dichiarano che praticamente nulla si sa né sulle sue cause, né sulla sua infettività, né tanto meno sulle sue cure.

Secondo quanto pubblicato dalla MRF, il nome “Morbo di Morgellons” (pronunciato solitamente mor-ghellons) fu scelto da Mary Leitao ispirandosi alla descrizione di una malattia dai sintomi grosso modo simili fatta verso la fine del 1600 dallo scrittore inglese Sir Thomas Browne nella monografia A Letter to a Friend. In questo scritto Browne riferì che peli scuri emergevano dalla schiena dei bambini nella regione francese del Languedoc, dove la malattia era nota come morgellons. Il termine compare anche in altri scritti dell'epoca, come il De vermiculis capillaribus infantium di Georg Hieronymus Welsch.

Uno dei principali sostenitori del collegamento tra scie chimiche e Morgellons è Hildegarde Staninger, la quale (definendosi dottoressa in medicine alternative) ha lavorato come Assistant Professor alla Capital University of Integrative Medicine, università non accreditata che nel 2006 ha chiuso la propria attività.

I dati con i quali la signora Staninger afferma che il Morbo di Morgellons sia correlato alle scie chimiche non sono mai stati pubblicati, ma se confermati rivoluzionerebbero l'intero panorama scientifico mondiale, visto che questo morbo dovrebbe essere causato da microscopiche macchine in grado di produrre filamenti artificiali sotto la cute.

Sarebbe più sensato, tuttavia, stabilire con certezza l'esistenza del Morgellons prima di avventurarsi nello stabilirne le cause.

Fonti:


Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

6.10. Ma non si può analizzare direttamente una scia?

Certamente. Infatti nella letteratura scientifica si trovano numerosi lavori di analisi delle scie rilasciate dagli aerei. Alcuni risalgono addirittura agli anni Settanta del secolo scorso.

Le scie degli aerei possono essere analizzate chimicamente in vari modi. Quello più ovvio è effettuare prelievi in quota. Si possono anche utilizzare strumenti installati su aerei o satelliti, che rilevano lo spettro di emissione luminosa di una scia, permettendo di conoscerne con precisione la composizione chimica. Si possono anche usare apparati a terra, basati sulla tecnologia LIDAR (Laser Imaging, Detection and Ranging), che permettono di determinare la quota e la composizione di una scia.

Ecco alcuni esempi di pubblicazioni scientifiche dedicate a queste analisi:
  • W.A. Hovis; Infrared Reflectance of High Altitude Clouds; Applied Optics; 1970
  • T.F.Lee; Jet Contrail identification using the AVHRR Infrared Split Window; J. Appl. Meteor.; 1988
  • D. Atlas; Contrails to Cirrus; J. Appl. Meteor.; 2004
  • R. S. Gao; Measurements of relative humidity in a persistent contrail; Atmospheric Environment; 2006
  • A. Petzold; Elemental composition and morphology of ice-crystal residual particles in cirrus clouds and contrails; Atmospheric Research; 1998
  • B. Karcher; Aviation-Produced Aerosols and Contrails; Survey in Geophysics; 1999
  • C. H. Twohy; Electron microscope analysis of residual particles from aircraft contrails; Geophysical Research Letters; 1998

In altre parole, la tecnologia per effettuare una volta per tutte un'analisi diretta su una presunta "scia chimica" c'è. Basta volerla usare.

Va detto, inoltre, che in nessun caso le analisi elencate qui sopra hanno trovato le sostanze asserite dai sostenitori delle "scie chimiche".

Maggiori dettagli su queste analisi sono disponibili in questo articolo di Simone Angioni.

6.09. Cosa dicono gli esperti a proposito delle “scie chimiche”?

Nessuno degli esperti di settore (piloti e meteorologi), a quanto risulta, sostiene documentatamente l'esistenza delle “scie chimiche”. Tutte le asserzioni della loro esistenza provengono da persone che non hanno competenza professionale nel campo dell'aviazione d'alta quota o nella meteorologia.

Ci sono però alcune dichiarazioni di meteorologi che secondo i sostenitori della tesi delle “scie chimiche” sarebbero conferme dell'esistenza del fenomeno.


Le smentite degli esperti


Molti di questi esperti hanno anzi dichiarato molto esplicitamente che le “scie chimiche” sono una bufala:


La dichiarazione di Domenico Azzone


È stata resa pubblica una lettera di Domenico Azzone, tecnico in congedo del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare Italiana, indirizzata alla rivista Nimbus citata qui sopra. In questa lettera Azzone afferma che "non tutte le Scie di Condensazione rilasciate dai velivoli (militari e/o civili) sono tutte normali, almeno a far data dalla fine degli anni ’70 inizio anni ’80 del secolo ventesimo". Questa potrebbe essere interpretata come una dichiarazione autorevole a sostegno dell'esistenza delle “scie chimiche”. Azzone, però, non porta alcuna prova concreta di quest'asserzione, ma solo le proprie impressioni visive. Inoltre la sua dichiarazione contraddice chi sostiene che le scie anomale sono iniziate negli anni Novanta.


La dichiarazione del meteorologo Karsten Brandt della TV tedesca RTL


Viene spesso citato un video, tratto dall'emittente tedesca RTL, nel quale (stando alla traduzione italiana nei sottotitoli aggiunti dai sostenitori delle “scie chimiche”) il meteorologo tedesco Karsten Brandt parlerebbe di “scie chimiche” rilasciate sopra la Germania (video).

In realtà Brandt parla di Düppel, che è il termine usato in tedesco per indicare il chaff, ossia le striscioline metallizzate usate dagli aerei militari per accecare momentaneamente i radar nemici e rilasciate, nel caso descritto dalla TV tedesca, durante un'esercitazione.

Si tratta di un'attività comunissima, come si vede nell'immagine qui accanto, presente su Wikipedia alla voce Radar jamming e prodotta dall'Istituto Meteorologico Olandese, nella quale la mezzaluna che si estende sopra l'Olanda è proprio frutto di una di queste esercitazioni.

La traduzione fornita dai sostenitori delle “scie chimiche” del servizio di RTL è grossolanamente errata: attribuisce allo speaker le parole “Gli aerei da guerra dell'Esercito Federale Tedesco manipolano il nostro clima.” In realtà in originale lo speaker dice “Kampfflieger der Bundeswehr manipulieren unsere Wetterkarten”, ossia “Gli aerei da guerra dell'Esercito manipolano le nostre cartine meteo.

Sempre secondo la traduzione dei sostenitori delle “scie chimiche”, Brandt affermerebbe che “Possiamo affermare con una percentuale del 97% che si tratta di scie chimiche, contenenti polveri finissime a base di polimeri e di metalli”. In realtà Brandt dice “Wir wissen heute, dass es mit 99,9%iger Sicherheit Düppel waren. Düppel bestehen aus Plastikteilchen mit Metalldampf drauf,” che significa “Oggi sappiamo con una certezza del 99,9% che si trattava di chaff. Il chaff è composto di pezzetti di plastica metallizzata per vaporizzazione.”

Ancora: secondo i sostenitori delle “scie chimiche”, nel servizio verrebbe affermato che “Le registrazioni riportano emissioni di scie chimiche a quote basse”. In originale viene invece detto “Die Aufzeichnungen belegen, dass dabei sehr geringe Mengen von Düppeln ausgebracht wurden,” che vuol dire “I documenti attestano che è stata rilasciata una quantità trascurabile di chaff”.


La dichiarazione del meteorologo Gunther Tiersch della TV tedesca ZDF


Il 14 gennaio 2009, il meteorologo Gunther Tiersch ha dichiarato, durante le sue previsioni meteo sul canale televisivo ZDF, che la mappa radar meteorologica che stava commentando conteneva “linee serpeggianti” che erano state “generate probabilmente di pomeriggio sopra il mare del Nord da alcuni aerei militari a circa 5-6 chilometri di quota” e non avevano “nulla a che fare col tempo” (video).

I sostenitori delle “scie chimiche” affermano che Tiersch stava parlando appunto di “scie chimiche”. Ma se così fosse, non si capirebbe come mai Tiersch parlerebbe così apertamente (addirittura in TV) e con totale disinvoltura di una cospirazione segretissima e inconfessabile per poi proseguire con le previsioni meteo come se nulla fosse.

Infatti esiste un'altra spiegazione molto semplice e più logica delle parole del meteorologo tedesco: la stessa citata sopra, ossia il rilascio di chaff antiradar da parte di velivoli militari, secondo una prassi consueta durante le esercitazioni.


La dichiarazione del meteorologo statunitense Kevin Lollis della KTVL


Nelle sue previsioni meteo per l'emittente statunitense KTVL il 10 aprile 2010, il meteorologo Kevin Lollis ha parlato di bande di copertura nuvolosa che non erano né pioggia né neve ma erano chaff rilasciato da aerei militari (video). I sostenitori delle “scie chimiche” affermano che si tratterebbe di una sorta di ammissione nascosta, ma Lollis è molto chiaro e non sembra affatto a disagio come lo sarebbe chi ammette una cospirazione omicida: più semplicemente, fa riferimento alla propria esperienza militare e dice che appunto a suo parere si tratta di chaff.

6.08. Come mai la NASA dichiara che la quota minima delle scie di condensazione è 8000 metri?

La NASA non dichiara affatto che le scie di condensazione si formano solo oltre 8000 m di quota: dichiara che solitamente (ma non necessariamente) si formano a questa quota e oltre.

I sostenitori della teoria delle "scie chimiche" citano spesso questo documento NASA, Contrail Education, a supporto della loro asserzione. Tuttavia questo stesso documento indica chiaramente che la quota di 8000 m non è affatto tassativa:

Le scie di condensazione sono nubi indotte dall'uomo che solitamente si formano a quote molto elevate (solitamente sopra gli 8 km - circa 26.000 piedi), dove l'aria è estremamente fredda (meno di -40°C). Di conseguenza, le scie di condensazione non si formano quando un aereo decolla o atterra, ma quando è a quota di crociera (si verificano eccezioni in posti come l'Alaska o il Canada, dove l'aria estremamente fredda è presente talvolta vicino al suolo).

Contrails are human-induced clouds that usually form at very high altitudes (usually above 8 km - about 26,000 ft) where the air is extremely cold (less than -40ºC). Because of this, contrails form not when an airplane is taking off or landing, but while it is at cruise altitude. (Exceptions occur in places like Alaska and Canada, where very cold air is sometimes found near the ground.)

[...]

Le scie di condensazione solitamente si formano nella parte più alta della troposfera e nella bassa stratosfera, dove volano normalmente gli aerei a getto, generalmente fra circa 8 e 12 km di quota (circa 26.000-39.000 piedi). Possono anche formarsi più vicino al suolo quando l'aria è molto fredda e contiene umidità sufficiente.

Contrails usually form in the upper portion of the troposphere and in the lower stratosphere where jet aircraft normally fly, generally between about 8 and 12 km altitude (~26,000 to 39,000 feet). They can also form closer to the ground when the air is very cold and has enough moisture.

6.07. Che cosa significano le analisi del suolo sottostante le "scie chimiche", che hanno rivelato quarzo, titanio, alluminio, sali di bario e altro?

Niente. Perché non ha senso fare analisi del suolo, che sta a chilometri di distanza dalla fonte delle presunte scie: è come annusare i piedi a mio cugino per sapere se mi sono lavato i miei.

Non c'è alcuna prova di legame fra queste sostanze e le scie degli aerei. Le sostanze trovate dalle analisi possono provenire da fonti di ogni sorta: per esempio, da una strada vicina, sulla quale transitano veicoli che emettono gas di scarico, o da uno stabilimento industriale. Il vento può portare polveri e particelle su grandissime distanze, come dimostra la sabbia dei deserti africani che talvolta impolvera le auto parcheggiate nelle città italiane.

Molte di queste sostanze, inoltre, sono presenti per ragioni assolutamente naturali: non bisogna farsi spaventare dai loro nomi usati ad effetto dai sostenitori delle "scie chimiche".

  • Il bario, per esempio, è un additivo della carta ed è un componente del vetro, dei mattoni e delle gomme; viene usato in moltissimi processi industriali (fonte). Nella crosta terrestre naturale ce ne sono in media tra i 250 e i 390 mg per ogni kg di terreno (ossia 4 grammi ogni 10 kg), molto più del carbonio, l'elemento di cui tutti noi siamo composti.
  • L'alluminio è un elemento diffusissimo sulla crosta terrestre: ne costituisce dal 7 all'8% (fonte).
  • Il quarzo è un ossido di silicio, e ossigeno e silicio sono rispettivamente il primo e il secondo più diffuso elemento della crosta terrestre.
  • Il titanio è il nono nell'ordine degli elementi della crosta terrestre (viene prima del bario). Mediamente, un kg di terreno ne contiene 6,3 g.

In altre parole, le analisi rivelano che il terreno analizzato è normalissima terra. Non occorre neppure tirare in ballo l'inquinamento.

6.06. Quali interrogazioni, parlamentari o presso altri organi governativi italiani, sono state presentate a proposito delle "scie chimiche"?

Questo è un elenco non necessariamente completo delle interrogazioni finora trovate:

  1. 2 aprile 2003. Italo Sandi, deputato dei Democratici di Sinistra; interrogazione a risposta scritta 4-05922.
  2. 27 ottobre 2003. Piero Ruzzante, deputato dei Democratici di Sinistra, insieme a Italo Sandi; interrogazione a risposta orale 3-02792 (link). Ruzzante, deputato DS, descrive (copia archiviata presso Archive.org) un'interrogazione “al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute, al Ministro della difesa” e afferma che “è innegabile che queste scie non siano fenomeni naturali e non siano normali scie di condensazione...”. Ruzzante pubblica la risposta (copia archiviata presso Archive.org) del Ministro della Difesa.
  3. 3 febbraio 2005. Severino Galante, deputato dei Comunisti Italiani; interrogazione a risposta scritta 4-12711
  4. 31 maggio 2006. Davoli, Uras e Pisu (consiglieri di Rifondazione Comunista); interrogazione a risposta scritta n. 514/A al Consiglio Regionale della Sardegna. La risposta dell'Assessorato è consultabile qui.
  5. 13 giugno 2006. Gianni Nieddu, senatore dell'Ulivo; interrogazione al Senato 4-00053.
  6. 8 agosto 2007. Amedeo Ciccanti, senatore dell'UdC; interrogazione al Senato 4-02585.
  7. 20 dicembre 2007. Katia Bellillo, deputata dei Comunisti Italiani e già ministro agli Affari Regionali e alle Pari Opportunità); interrogazione 4-05994) al Ministero della Salute.
  8. 5 giugno 2008. Sandro Brandolini, deputato del Partito Democratico; interrogazione a risposta scritta 4-00280. All'interrogazione è stata data risposta il 5/9/2008.
  9. 17 settembre 2008. Antonio Di Pietro, deputato dell'Italia dei Valori; interrogazione a risposta scritta 4-01044. La risposta è datata 7/11/2008.
  10. 1 ottobre 2008. Sandro Brandolini, deputato del Partito Democratico; interrogazione a risposta scritta 4-01193. All'interrogazione è stata data risposta il 15/1/2009.
  11. 28 gennaio 2009. Sandro Brandolini, deputato del Partito Democratico, insieme ad Antonio La Forgia (Partito Democratico), Alessandro Bratti  (Partito Democratico) e Manuela Ghizzoni (Partito Democratico); interrogazione a risposta scritta 4-02154.
  12. 5 novembre 2009. Oskar Peterlini, senatore del Südtiroler Volkspartei; interrogazione 4-02216.
  13. 18 novembre 2009. Amedeo Ciccanti, deputato dell'UdC; interrogazione a risposta in commissione 5-02128.
  14. 22 febbraio 2011. Domenico Scilipoti, deputato di Iniziativa Responsabile; interrogazione a risposta scritta 4-10970.
  15. 6 novembre 2013. Interrogazione di Roberto Zaffini (Lega Nord) al consiglio regionale delle Marche. La risposta dell'assessore all'ambiente della Regione Marche, Maura Malaspina, è stata data il 21 gennaio 2014.

Fonti aggiuntive: Ilpost.it, NoGeoingegneria.

6.05. Se è tutta una bufala, come mai ci sono interrogazioni parlamentari in proposito?

Perché i membri del Parlamento sono persone fallibili come tutti noi e possono quindi prendere un granchio esattamente come noi, soprattutto in settori nei quali non hanno alcuna competenza. Per esempio, il Questore della Camera Edouard Ballaman si fece bidonare dalla bufala del numero succhiaricarica fino ad arrivare a fare un'interrogazione alla Camera (Allegato B, Seduta n. 387 dell'11/11/2003).

Un'interrogazione parlamentare significa semplicemente che il parlamentare crede che esista una determinata situazione. E a volte anche ai parlamentari capita di prendere una cantonata, specialmente se si appoggiano a riviste dedicate al complottismo e alla pseudoscienza come Nexus, citata come se fosse una fonte autorevole in alcune di queste interrogazioni, invece di rivolgersi ai tecnici (meteorologi, piloti, controllori di volo).

6.04. Come mai un accordo di cooperazione Italia-USA ha una sezione intitolata "Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri"?

Perché le università di tutto il mondo collaborano per svolgere esperimenti su piccoli appezzamenti di terreno per vedere quali effetti potrebbero avere i cambiamenti climatici sulle piante.

Basta infatti leggere il documento in questione, intitolato "Cooperazione Italia-USA su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici" (immagine qui accanto), per capire che non è in alcun modo collegato all'esistenza di tecnologie segrete per il controllo artificiale del clima, come previsto dalla teoria delle scie chimiche.

Il documento, infatti, descrive test svolti negli appositi "siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione" (pag. 38) per conoscere meglio i "meccanismi di risposta delle piante" in caso di cambiamenti della temperatura, delle precipitazioni e della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, dovuti a fattori naturali e/o all'inquinamento industriale, che sono problemi concreti, non alle scie chimiche.

Si tratta di siti talmente piccoli che non avrebbe senso irrorarli con aerei, da qualunque quota. Per esempio, il documento Spatial and Temporal Effects of Free-Air CO2 Enrichment (POPFACE) on Leaf Growth, Cell Expansion, and Cell Production in a Closed Canopy of Poplar, pubblicato dalla American Society of Plant Biologists nel 2003, indica che uno di questi siti era composto da tre porzioni di un pioppeto per un totale di circa 950 metri quadrati: l'equivalente di un quadrato di 31 x 31 metri.

Un esperimento locale su un ecosistema (una zona piccolissima e ben delimitata) non è paragonabile al cambiamento artificiale del clima su scala mondiale paventato dai sostenitori della teoria delle "scie chimiche": sarebbe come fare pipì nel Po e pensare che questo possa causare una morìa di pesci nell'Adriatico.

Sarebbe oltretutto piuttosto stupido organizzare un piano segretissimo per la disseminazione occulta di scie chimiche per manipolare il clima e poi andare a spifferare tutto in un documento pubblico e liberamente consultabile.

Inoltre i dettagli di questo presunto piano segretissimo sono talmente ben noti che si sa anche dove sono i siti sperimentali: quello italiano citato sopra è un pioppeto che sta a Tuscania, in provincia di Viterbo, e le sue coordinate geografiche sono pubblicate in questo articolo pubblicato dagli Annals of Forest Science e redatto dai ricercatori dell'Università degli Studi della Tuscia.

Infine, va notato che nell'accordo di cooperazione in questione non c'è alcuna indicazione di irrorazioni o di uso delle sostanze chimiche (bario, alluminio e altro) prospettate dai sostenitori della teoria delle "scie chimiche".

6.03. Il disegno di legge USA HR2977 (Space Preservation Act) vieta esplicitamente le "scie chimiche". È una prova che esistono?

Lo Space Preservation Act è un disegno di legge proposto nel 2001 e negli anni successivi alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d'America da parte del rappresentante dell'Ohio Dennis Kucinich. L'atto doveva servire per "preservare l'utilizzo cooperativo e pacifico dello spazio a beneficio di tutta l'umanità".

La prima proposta, presentata appunto nel 2001 e denominata HR2977, nel capitolo "armi esotiche" riportava le seguenti armi da bandire:

(i) Armi elettroniche, psicotroniche, o di informazione;
(ii) Scie chimiche;
(iii) Sistemi d'arma d'alta quota a frequenze ultra basse;
(iv) Armi al plasma, elettromagnetiche, soniche o ultrasoniche;
(v) Armi laser;
(vi) Armi strategiche, di teatro, tattiche o extraterrestri; e
(vii) Armi chimiche, biologiche, ambientali, climatiche o tettoniche




Le "scie chimiche" trovano la loro giusta connotazione all'interno di questo corposo elenco di armi inesistenti o dai nomi inventati (che include persino le armi extraterrestri). Questa è l'unica citazione del termine "chemtrails" nel testo del disegno di legge.

Nel 2001 il testo non fu approvato; fu quindi ripresentato nel 2002, eliminando l'elenco sopra riportato, ma anche questa volta non fu approvato. Sono stati compiuti vari altri tentativi fino al 2005, ma nessuna delle bozze (con o senza "scie chimiche" e "armi psicotroniche") è stata approvata.

Le ricerche di Contrail Science indicano che il disegno di legge non fu redatto da Kucinich; fu preparato da un gruppo di ufologi convinti che i militari USA possiedano armi aliene, l'Institute for Cooperation in Space, e Kucinich venne a sapere del contenuto dello Space Preservation Act soltanto in seguito, dichiarando di non essere d'accordo sulla citazione delle "armi esotiche".


Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

6.02. Nel documento militare "Owning the Weather 2025" si parla chiaramente di controllo del clima entro il 2025, non è una prova sufficiente?

No. La nota introduttiva al testo di "Owning the Weather 2025" dice chiaramente che si tratta di un documento che fa congetture di possibilità militari desiderate ma immaginarie:

Presentato il 17 giugno 1996, questo report è stato prodotto nell'ambiente della scuola del dipartimento della difesa, improntato alla libertà accademica, e nell'interesse di migliorare i concetti correlati alla difesa nazionale. I punti di vista espressi in questo report sono quelli degli autori e non riflettono la politica o la posizione ufficiale dell'aeronautica degli Stati Uniti, del Dipartimento della Difesa, o del governo degli Stati Uniti. Questo report contiene rappresentazioni immaginarie di scenari o situazioni future. Ogni somiglianza con persone reali o eventi, tranne quelle specificamente citate, è casuale e puramente esemplificativa. Questa pubblicazione è stata esaminata dalle autorità di revisione per la sicurezza e la politica, non è riservata, ed è autorizzata alla pubblica diffusione.

Presented on 17 June 1996, this report was produced in the Department of Defense school environment of academic freedom and in the interest of advancing concepts related to national defense. The views expressed in this report are those of the authors and do not reflect the official policy or position of the United States Air Force, Department of Defense, or the United States government. This report contains fictional representations of future situations/scenarios. Any similarities to real people or events, other than those specifically cited, are unintentional and are for purposes of illustration only. This publication has been reviewed by security and policy review authorities, is unclassified, and is cleared for public release.


E' insomma evidente che il documento non ha nulla di occulto o di concreto. In ogni caso, nella parte in cui tratta la modificazione del tempo riporta una superficie massima di controllo, nel 2025, di 200 chilometri quadrati: praticamente un cerchio di 8 chilometri di raggio. Decisamente troppo poco per poter anche solo pensare di poter usare questa tattica come arma contro una nazione ostile, figuriamoci per controllare il clima dell'intero pianeta.

Spesso i sostenitori delle teorie sulle "scie chimiche" affermano che il generale Fabio Mini ha ripreso questo documento durante una sua intervista rilasciata a Radio Base il 21/02/2008. Ma le parole del documento parlano chiaro, e il termine "fictional" ("immaginario") non lascia spazio a dubbi, per cui il generale Mini si è sbagliato oppure è stato frainteso.

Oltretutto sembra assurdo che proprio un militare, uno di quello accusati dai sostenitori di queste teorie di far parte delle organizzazioni che coordinano i voli degli aerei irroratori di "scie chimiche", sia così irresponsabile da spiattellare alla radio l'esistenza di un complotto segretissimo, e che i militari siano così sciocchi da pubblicare e lasciare su Internet i dettagli di un piano top secret.

6.01. Al TG1 hanno detto che i russi hanno svelato di saper controllare il clima con gli aerei. C'entrano le scie chimiche?

No. È vero che un servizio del TG1, il 10 maggio 2007, ha parlato di come i russi usassero aerei speciali per impedire che piovesse in occasione degli eventi politicamente importanti. Ed è vero che il giornalista che ha presentato il servizio ha effettivamente detto che “sembrava una leggenda metropolitana e invece era un segreto finalmente svelato”. Ecco il servizio:



Tuttavia gli eventi descritto dal servizio si riferiscono alla modificazione locale, su scala molto ridotta e per brevissimi periodi, del tempo atmosferico, non del clima come asseriscono i sostenitori dell'esistenza delle “scie chimiche”.

Inoltre non c'entrano nulla con le presunte “scie chimiche”: per esempio, queste irrorazioni per la modificazione locale del tempo atmosferico non lasciano scie persistenti e non contengono le sostanze citate dai sostenitori della teoria delle “scie chimiche”.

La modificazione del tempo atmosferico (non climatica) è un procedimento noto da oltre 60 anni e per nulla segreto, anche se forse il giornalista del TG1 non ne era a conoscenza. I primi lavori sull'argomento risalgono agli anni Quaranta (The nucleation of ice formation by silver iodide, 1947, B. Vonnegut, J. Appl. Phys. 18, 7, pp 593-595, e altre pubblicazioni).

Quelle descritte dal TG1 sono tecniche ben documentate dalla letteratura specialistica, solitamente con il termine “cloud seeding”.

Ne parlano, per esempio, il libro Critical Issues in Weather Modification Research (2003) del National Research Council; la documentazione dell'Organizzazione Mondiale di Meteorologia (agenzia dell'ONU); le dichiarazioni della Weather Modification Association. C'è anche una pubblicazione scientifica apposita, il Journal of Weather Modification. A giudicare da quanto se ne parla liberamente in giro, non sembra affatto un argomento particolarmente segreto.

Le procedure sono talmente consolidate e note che esistono anche degli standard per la loro applicazione e un'ampia letteratura tecnica specializzata. Ecco qualche esempio:
La modificazione del tempo locale si ottiene utilizzando sali e sostanze criogeniche (per esempio, ioduro d'argento e azoto liquido). Il principio è quello di far condensare velocemente l'acqua contenuta in una nuvola, facendola precipitare al suolo prima che provochi un temporale. I sali servono per aiutare la formazione di gocce pesanti, in modo che cadano verso il suolo, mentre le sostanze criogeniche servono per congelare e far condensare l'acqua, così che possa aggregarsi in gocce.

Il processo è estremamente costoso (1,5 milioni di euro per due giorni l'anno di tempo asciutto sopra la sola città di Mosca, per esempio), non sempre è efficace e non impiega sostanze tossiche. Il metodo di rilascio è pirotecnico (ovvero con cartucce esplosive o torce) ed è completamente differente da una scia di condensazione o da presunte “scie chimiche”.



Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

5.04. Come mai in certi giorni non si vedono aerei in cielo?

In realtà gli aerei di linea volano tutti i giorni: basta consultare gli orari degli arrivi e delle partenze negli aeroporti per accorgersene. Il traffico aereo civile è un servizio troppo essenziale perché possa prendersi pause di interi giorni.

Si può avere la sensazione che non ci siano aerei in cielo semplicemente perché quando un aereo non produce una scia di condensazione, o ne produce una evanescente, è assai meno visibile e quindi passa inosservato. Scorgere un oggetto lungo qualche decina di metri non è facile come vedere una linea bianca lunga vari chilometri.

Per esempio, nella foto qui sotto, cliccabile per ingrandirla, avreste notato la presenza di un aereo se non ci fosse stato il cerchio giallo a indicarlo?


5.03. Ma se le scie sono così frequenti, come mai ci sono giorni in cui dalle foto satellitari non se ne vedono anche su spazi estremamente ampi?

Alcuni sostenitori della teoria delle "scie chimiche" affermano che la sostanziale assenza di scie in alcuni giorni, documentata anche dalle immagini meteorologiche satellitari, sarebbe spiegabile soltanto immaginando che in quei giorni gli aerei non abbiano volato in tutto il paese.

In realtà, molto più banalmente, se fa bel tempo, può farlo su tutta l'Italia. Se non ci sono le condizioni atmosferiche adatte per la formazione di scie di condensazione, possono non esserci in tutta Italia.

Inoltre le contrail visibili dai satelliti sono quelle di grandi dimensioni, ovvero quelle persistenti, che di norma sono meno frequenti di quelle non persistenti e quindi possono anche non essere visibili per giorni interi.


Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

5.02. La probabilità di scie di condensazione è bassa, secondo le radiosonde. Come mai invece ne vedo così tante?

Sulle radiosonde e sui limiti dei loro rilevamenti si è già detto diffusamente nelle risposte precedenti. In realtà la probabilità di avere condizioni per la formazione di contrail è molto alta. Anche se nella letteratura scientifica non esiste un accordo sui metodi di previsione per la formazione di contrail, tutti gli esperti sostengono che le contrail siano molto frequenti.

In particolare, uno studio pubblicato dall'USAF (United States Air Force) nel maggio del 1992 e intitolato SAC Contrails Formation Study sostiene che l'incidenza di formazione delle scie di condensazione oltre i 44.000 piedi sia del 100%.


Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

5.01. Perché oggi si vedono molte più scie di prima?

Indubbiamente le scie di condensa erano molto meno frequenti in passato rispetto ai giorni nostri. Le ragioni sono principalmente due: si volava di meno e i motori degli aerei producevano meno scie.

In passato il numero di voli era molto minore rispetto ad oggi: basti pensare che il traffico aereo in Italia dal 1986 al 2006 è triplicato, passando da 507.374 voli l'anno a 1.538.977 voli l'anno. Nel solo 2007 il traffico passeggeri in Italia è aumentato del 10,1%.

Questo traffico è aumentato così tanto da costringere le compagnie aeree a dimezzare le distanze verticali di sicurezza che gli aerei devono tenere nel caso percorrano la stessa tratta in tempi vicini, nonché ad aumentare le quote di crociera: insomma si è stati costretti ad occupare più spazio in verticale e oltretutto con densità doppia.

Inoltre, con un sempre maggiore ricambio del parco macchine esistenti, oggi sono molto più diffusi rispetto anche a solo pochi anni fa i motori turbofan a doppio flusso, che provocano più facilmente la formazione di contrail rispetto ai sorpassati turbofan a flusso singolo.

Fonti: Enav; Statistica dello Spazio Aereo Italiano 2006; Anno 21 - ANSA; LOW COST SPINGONO I PICCOLI AEROPORTI; 2008-08-19 18:54.


Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

4.04. In passato le scie non erano mai persistenti: i documenti si riferiscono alle contrail, che durano poco. Come si spiega?

Sono in realtà numerose le pubblicazioni scientifiche che parlano esplicitamente di persistenza delle contrail molto prima degli anni '90. Basti pensare che il primo studio sistematico sulle contrail (Appleman, 1953) analizza già le condizioni per la formazione sia di scie di condensa non persistenti che di scie di condensa persistenti.

Per esempio, in uno studio del 1972 si afferma:

"It is often observed that contrails spread considerabily beyond the initial width."

Traduzione: "Si è spesso osservato che le contrail si spandono considerevolmente oltre le dimensioni iniziali."

Fonte: Knollenberg, Measurements of the growth of the ice budget in a persisting contrail, J. Atm. Sc., 1972, 1367.

In uno studio di due anni prima, l'autore afferma:

"The writer himself has seen instances in which a single contrail seemed to grow until it became an overcast covering the whole sky."

Traduzione: "L'autore in persona ha visto casi nei quali una singola contrail sembrava crescere fino a formare una copertura occupante l'intero cielo."

Fonte: Murcray, On the possibility of weather modification by aircraft contrails, Monthly Weather Review, 1970, 745.



Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.

4.03. Come è possibile che le foto di scie della II Guerra Mondiale siano a colori?

La fotografia a colori c'era già durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) e anche molto prima. Per esempio, la foto qui accanto, cliccabile per ingrandirla, è una delle tante scattate in Russia da Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorskii fra il 1907 e il 1915. Molte altre sue immagini sono consultabili via Internet, dove sono facilmente reperibili molti altri esempi di foto a colori d'epoca.

Anche il cinema a colori esisteva prima della Seconda Guerra Mondiale. Biancaneve e i sette nani della Disney è a colori ed è del 1937. Via col Vento è a colori ed è del 1939.

I primi esperimenti di fotografia a colori risalgono al 1861. La pellicola Kodachrome risale al 1935. La prestigiosa rivista Life pubblicò foto a colori dai teatri di guerra. Per cui non c'è affatto da sorprendersi che alcune foto di scie di condensazione risalenti alla Seconda Guerra Mondiale siano a colori.

Per verificare questi fatti basta consultare un libro di storia della fotografia, per esempio Colour Photography: the first hundred years 1840-1940, di Brian Coe, pubblicato da Ash and Grant, 1978. Un titolo molto eloquente, visto che parla dei primi cento anni di fotografia a colori a partire dal 1840.

4.02. Le foto d'epoca devono essere false: come facevano gli aerei dell'epoca a raggiungere gli 8000 metri, non essendo pressurizzati?

Già gli aerei della Seconda Guerra Mondiale erano in grado di volare a 10-11.000 metri. Superare i 7000 m di quota era molto frequente non solo per i caccia, ma anche per i pesanti bombardieri. I piloti erano dotati di un erogatore d'ossigeno e di indumenti riscaldati elettricamente.

Per esempio, la quota operativa massima (service ceiling) del bombardiere statunitense B-17G era 10.850 metri (Aviation-History.com).

Scie di condensazione di un Boeing B-17 nel marzo del 1944. Dal libro Bombardieri pesanti della seconda guerra mondiale, EDIPEM, 1982.

La storia dell'aviazione descrive con precisione ogni nuovo record d'altitudine raggiunto. Per rendersi conto di quanto fosse raggiungibile la quota di 10.000 metri, è sufficiente pensare che il record mondiale d'altitudine raggiunta con un aereo dotato di motore a pistoni è del 2 ottobre 1938, con una quota di 17.083 metri: record raggiunto in un Caproni 161 da Mario Pezzi (fonte), già famoso per aver raggiunto l'anno prima la quota di 15.655 metri. Pezzi, raccontando l'impresa ne Le Vie dell'Aria (n. 20, 15 maggio 1937), affermò:

"Ad un tratto ho una fitta al cuore. Dal motore esce fumo in abbondanza; ho la sensazione che bruci. Ma è un attimo. Capisco che si tratta della ben nota nuvola che forma l'apparecchio navigante alle alte quote. Si forma sulla sinistra forse perché convogliata da quella parte dal flusso dell'elica, lambisce le ali, la fusoliera e si allontana lasciando una scia abbondante. Mi seguirà fino a 12.000 circa."



Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.