giovedì 30 ottobre 2008

4.02. Le foto d'epoca devono essere false: come facevano gli aerei dell'epoca a raggiungere gli 8000 metri, non essendo pressurizzati?

Già gli aerei della Seconda Guerra Mondiale erano in grado di volare a 10-11.000 metri. Superare i 7000 m di quota era molto frequente non solo per i caccia, ma anche per i pesanti bombardieri. I piloti erano dotati di un erogatore d'ossigeno e di indumenti riscaldati elettricamente.

Per esempio, la quota operativa massima (service ceiling) del bombardiere statunitense B-17G era 10.850 metri (Aviation-History.com).

Scie di condensazione di un Boeing B-17 nel marzo del 1944. Dal libro Bombardieri pesanti della seconda guerra mondiale, EDIPEM, 1982.

La storia dell'aviazione descrive con precisione ogni nuovo record d'altitudine raggiunto. Per rendersi conto di quanto fosse raggiungibile la quota di 10.000 metri, è sufficiente pensare che il record mondiale d'altitudine raggiunta con un aereo dotato di motore a pistoni è del 2 ottobre 1938, con una quota di 17.083 metri: record raggiunto in un Caproni 161 da Mario Pezzi (fonte), già famoso per aver raggiunto l'anno prima la quota di 15.655 metri. Pezzi, raccontando l'impresa ne Le Vie dell'Aria (n. 20, 15 maggio 1937), affermò:

"Ad un tratto ho una fitta al cuore. Dal motore esce fumo in abbondanza; ho la sensazione che bruci. Ma è un attimo. Capisco che si tratta della ben nota nuvola che forma l'apparecchio navigante alle alte quote. Si forma sulla sinistra forse perché convogliata da quella parte dal flusso dell'elica, lambisce le ali, la fusoliera e si allontana lasciando una scia abbondante. Mi seguirà fino a 12.000 circa."



Tratto, ampliato e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.