Secondo le ricerche storiche condotte fin qui, la teoria delle “scie chimiche” nasce nel 1995, ideata da Bill Brumbaugh, un conduttore radiofonico americano. Osservando queste scie bianche nel cielo, Brumbaugh immaginò potesse trattarsi di sostanze tossiche presenti nel carburante.
Riuscito ad impossessarsi di qualche campione di carburante per aerei, e non potendo permettersi le analisi, si affidò a Larry Wayne Harris, un microbiologo, il quale eseguì le analisi, ma non le pubblicò mai a causa di problemi legali (collegati alla detenzione illegale di bacilli della peste bubbonica ottenuti in modo fraudolento).
Nel 1997 un vicino di casa, Richard Finke, inviò un e-mail in una lista tematica sul bioterrorismo, affermando che nel carburante era stato trovato un pesticida molto tossico (1,2-dibromo etilene). In questa e-mail non erano riportati i dettagli delle analisi (tecnica usata, operatore, quantità rilevata). Inoltre i riferimenti del laboratorio si rivelarono falsi. Tuttavia, come spesso succede con questo tipo di messaggi, l'e-mail si diffuse lo stesso, incorporando varie aggiunte e modifiche.
Nel 1999 un giornalista, William Thomas, parlò delle scie chimiche nella popolare trasmissione radiofonica "Coast to Coast AM", nota anche per aver lanciato vari altri argomenti, come annunci di invasioni extraterrestri imminenti, la presenza di alieni nell'area 51 e la storia incredibile del viaggiatore nel tempo John Titor.
Da quel momento la teoria delle scie chimiche è diventata di dominio pubblico. Vari media l'hanno ripresa negli anni, trattandola spesso in modo acritico; questo ha portato una leggenda senza fondamento ad essere discussa nei parlamenti di numerosi stati.
Tratto e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.