Esiste un video nel quale si sostiene di essere riusciti ad illuminare con un puntatore laser per astronomia, avente una portata massima dichiarata di 3,5 chilometri, un aereo che rilasciava una scia.
Questo, stando al video, proverebbe che l'aereo stava a 3500 metri di distanza, dunque ben al di sotto delle quote alle quali si formerebbero le scie di condensazione, e che quindi la scia non poteva essere condensazione ma doveva essere una "scia chimica".
In realtà la portata di questi strumenti è indicativa. Un raggio laser non "termina" di colpo dopo quella distanza, ma illumina via via sempre meno. E' perfettamente possibile che, se puntato contro un oggetto chiaro e riflettente (come una carlinga di aereo), sia in grado di illuminarlo a distanze ben maggiori.
Nel caso citato è stato usato un puntatore laser per astronomia, che viene comunemente usato per indicare le stelle. Questi puntatori producono un riflesso brillante nell'atmosfera anche se non illuminano nessun oggetto (come avviene nel loro comune uso di "puntatori di stelle").
Il laser, quindi, non raggiunge l'aereo, ma la sua luce si sovrappone ad esso, esattamente come quando viene usato per indicare le stelle. Sostenere che il velivolo si trova sotto i 3,5 chilometri di altitudine perché il raggio laser si sovrappone visivamente all'aereo è come dire che le stelle o la Luna sono a 3500 metri da chi guarda perché il raggio laser coincide visivamente con la loro posizione.
Nel filmato proposto, infatti, non è visibile un aumento di luminosità quando il fascio si sovrappone alla fusoliera dell'aereo o alla scia rispetto a quando il raggio è puntato verso il cielo vuoto, questo conferma che la luce visibile nel video altro non è che il backscatter tipico di questo tipo di laser per astronomia.
Tratto e adattato dalle FAQ dei tecnici del CICAP con il loro permesso.